Escursione ai laghi del Sangiatto

Escursione ai laghi del Sangiatto

Trekking all’Alpe Devero: escursione ad anello all’Alpe Sangiatto e ai laghi omonimi, nel cuore del Parco naturale Alpe Veglia Alpe Devero.


Nella suggestiva cornice dell’Alpe Devero, in Piemonte, si trovano numerosi specchi d’acqua, meta di numerosi escursionisti.
L’idilliaco Lago delle Streghe e il grande bacino artificiale di Codelago sono forse i più conosciuti e per questo anche i più affollati durante i periodi di alta stagione.
Più appartati e nascosti sono, invece, i laghi del Sangiatto, un gruppo di tre laghetti immersi in un ambiente bucolico di grande suggestione, fatto di verdi pascoli e splendide montagne.

Siamo nel cuore del Parco naturale Alpe Veglia Alpe Devero, all’Alpe Sangiatto, uno dei sette alpeggi dell’Ossola in cui si produce il prezioso Bettelmatt, il formaggio dei Walser.
Quassù si arriva con una facile camminata e una volta giunti a destinazione la vista spazia su un’infilata di stupende vette che si riflettono sull’acqua.
Un luogo perfetto per un’escursione non troppo impegnativa e incredibilmente panoramica, da ripetere anche in inverno con l’aiuto delle ciaspole.

Escursione ai laghi del Sangiatto: dati tecnici

 

Difficoltà: E. Non ci sono difficoltà tecniche.
Lunghezza: 10,5 km
Dislivello positivo: 420 m.
Tempo di percorrenza: 3,5/4 ore
Attrezzatura consigliata: scarponi da trekking resistenti all’acqua e abbigliamento da montagna
Punti di ristoro: diversi agriturismi e ristoranti nei centri abitati
Copertura telefonica: assente in molte parti del percorso

 

Escursione ai laghi del Sangiatto: itinerario dettagliato

 

Dalla piana del Devero a Crampiolo

Lasciata l’auto ai posteggi in località Devero ai Ponti  si imbocca il sentiero estivo in direzione Crampiolo.
Questa prima parte accomuna molte escursioni al Devero quindi non mi dilungo oltre nella descrizione perché ne ho già parlato dettagliatamente nel precedente articolo sul Lago delle Streghe.
In questo caso, però, non si arriverà all’abitato di Crampiolo, ma ci si fermerà poco prima, al Motto di Crampiolo, in corrispondenza del ponticello di legno che attraversa il torrente Devero accanto a delle baite in pietra.
Da qui si seguono le indicazioni per Corte d’Ardui (sentiero H00), un altro gruppo di baite a 5 minuti di distanza, e per l’Alpe Sangiatto.

 

 

Da Corte d’Ardui al lago Sangiatto Inferiore

Alle spalle delle baite di Corte d’Ardui si incontra un torrente che potrete oltrepassare grazie a un esile ponticello di tronchi.
Da qui si prosegue sulla strada sterrata gippabile che serve l’alpeggio (segnavia H16 Alpe Sangiatto, 1 ora di percorrenza).
Questo tratto si sviluppa in decisa salita, ma è sempre molto agevole. L’unica cosa a cui fare attenzione sono le frequenti cascatelle che scendono dalla montagna formando dei piccoli guadi sulla strada. Si superano facilmente, ma senza le scarpe adatte rischierete di bagnarvi i piedi. (Non so se siano sempre presenti, ma io sono stata qui dopo un periodo molto piovoso che aveva ingrossato tutti i torrenti).
La strada procede in costante salita fino al primo lago, il Sangiatto inferiore, un piccolo specchio d’acqua che giace in una conca cinta da alberi ad alto fusto che si specchiano nelle sue acque.
Noi abbiamo percorso questo tratto in circa un’ora e venti minuti.

 

L’alpe e il lago Sangiatto

Procedendo sempre sulla stessa strada sterrata, con il lago alla vostra destra e un pendio punteggiato di anemoni di montagna alla vostra sinistra, si arriva in pochi minuti all’Alpe Sangiatto e al secondo lago.
Vi ritroverete immersi in un scenario da cartolina, che potrebbe essere la locandina ideale per un remake di “Heidi”.
Si attraversa una radura ricoperta di piante di rabarbaro e poco oltre le baite dell’alpeggio il lago Sangiatto si apre alla vista.
Lo specchio d’acqua dalla forma irregolare giace in un avvallamento incorniciato da dolci colline erbose che sembrano di velluto su cui svettano macchie di larici.
A parte le baite dell’alpeggio non ci sono altri segni della presenza umana.
Le padrone di casa qui sono le mucche, tantissime, che pascolano indisturbate intorno al lago.
Gli passiamo accanto e ci guardano stupite, interrompendo per un momento il loro lento brucare. Qualcuna sembra sorriderci e ci viene incontro, incuriosita dalla nostra presenza e soprattutto da quella di Leila (la nostra barboncina) che annusa come una matta le centinaia di ricordini che lasciano per terra!
Tutt’intorno silenzio, interrotto solo dal suono dei campanacci delle mucche e dal ronzio di qualche ape e mosca.

 

Dall’Alpe Sangiatto al lago superiore

Si potrebbe rimanere qui per delle ore a contemplare questa genuina bellezza, ma noi proseguiamo il nostro cammino per raggiungere il Sangiatto Superiore.
Risaliamo il sentiero costeggiando il ruscello che attraversa la prateria e in pochi minuti raggiungiamo il terzo lago.
Lo specchio d’acqua è piccolo, ma ad incantare è il paesaggio circostante che spazia su alcune delle più belle e alte vette della zona.
La Punta d’Arbola svetta alle nostre spalle, mentre all’estremità opposta del lago fanno capolino il Monte Cistella e il Pizzo Diei.
Questo già potrebbe bastare ad appagare la vista, ma il panorama più incredibile ed emozionante lo si gode imboccando lo stretto sentiero che costeggia quasi a pelo d’acqua il lago. La spettacolare infilata dei 3000 lascia a bocca aperta: il Pizzo di Boccareccio (3027 m.), l’Helsenhorn (3273 m.), il Pizzo Cornera (3.082 m.), la Punta Devero (3034 m.), il Pizzo Cervandone (3210 m.) la Punta Marani (3107 m.) e ancora la Punta della Rossa (2887 m.), il Pizzo Strange (2415 m.) e il pizzo Crampiolo (2766 m.).

Il mio consiglio è di fermarvi a mangiare qui, senza però stare troppo vicino al lago perché il terreno è molto limaccioso.
Dopo pranzo e un breve riposino ci incamminiamo sul sentiero che permette di fare il periplo del lago per poi riprendere quello da cui siamo arrivati e tornare al Sangiatto e al Sangiatto inferiore.

 

Dal Sangiatto inferiore a Crampiolo

Per il ritorno ci sono due opzioni: rifare la stessa strada dell’andata oppure imboccare il sentiero che, dalla strada sterrata poco dopo il Sangiatto inferiore, attraversa i boschi ed è quello che vi consiglio.
La traccia è stretta, ma sempre ben evidente e il tragitto è quasi interamente in discesa. In alcuni tratti massi e grandi radici ingombrano il percorso, ma nulla di difficile.
Il tratto più ostico è l’attraversamento di un torrentello che noi abbiamo trovato in piena che vi farà sicuramente bagnare i piedi.
Proseguendo si arriva a una radura che, come indicato dai cartelli, dovrete percorrere seguendo attentamente il sentiero segnalato perché si tratta di un ambiente di torbiera e quindi molto vulnerabile oltre che poco stabile!
Da qui, in pochi minuti, sbucherete alle spalle delle baite di Crampiolo dove non vi resta che concedervi una bella merenda prima di riprendere la strada per la Piana del Devero.


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