Trekking all’Alpe Veglia lungo il Sentiero dei Fiori

Trekking Alpe Veglia - Sentiero dei fiori

Trekking all’Alpe Veglia lungo il Sentiero dei Fiori

Escursione lungo il panoramico e coloratissimo Sentiero dei Fiori per raggiungere l’Alpe Veglia, l’incontaminata vallata dell’Ossola che si estende ai piedi del Monte Leone.


L’Alpe Veglia è uno dei luoghi più autentici e incontaminati dell’Ossola, un piccolo angolo di paradiso nel cuore della Val Divedro, nell’alto Piemonte. È meta di un’escursione molto conosciuta per i frequentatori delle valli ossolane, ma fortunatamente ancora non inflazionata grazie alla difficoltà di accesso che protegge l’Alpe dalle frotte di escursionisti che affollano altre zone dell’Ossola.
Completamente inaccessibile per gran parte dell’anno a causa del rischio valanghe, tra maggio e settembre l’Alpe è raggiungibile grazie a due percorsi semplici e molto panoramici, ma abbastanza lunghi e per questo non adatti a tutti.
Il primo è il Sentiero di Fondovalle, con partenza dal parcheggio di Ponte Campo, che ho percorso in occasione della mia prima escursione al Veglia di cui vi ho già parlato in un precedente articolo.
Oggi, invece, vi parlerò del Sentiero dei Fiori che, come suggerisce il nome, è un vero tripudio di colori e profumi.

 

Il Sentiero dei Fiori: caratteristiche e insidie

Il Sentiero dei Fiori si sviluppa in larga parte in costa, regalando splendidi panorami sul Monte Leone, sulla sottostante Val Cairasca e sulla suggestiva gola scavata dall’omonimo torrente.
Cercando informazioni su questo itinerario leggerete spesso che “presenta tratti esposti, a volte attrezzati con catene“, parole che – da “vertiginosa” quale sono – mi hanno fatto affrontare l’intero percorso con il timore di non farcela.
Beh, cari amici di fobia, niente paura: le vertigini non si sono mai fatte sentire!
Il sentiero è stretto e, in effetti, quasi tutto in costa e quindi “esposto”, ma guardando verso valle troverete solo un ripido pendio e non lo spaventoso strapiombo verticale che mi aspettavo. Ovviamente sono sensazioni molto personali e ad alcuni potrebbe creare problemi, ma il mio suggerimento è di provarci senza fasciarvi la testa prima del tempo. Vi lascio comunque qualche foto per farvi capire la situazione.
I tratti iniziale e finale si snodano, invece, tra i boschi su un terreno non sempre agevole, ma privo di difficoltà tecniche.
Ricordatevi di portare cappellino e crema solare perché sarete quasi sempre sotto il sole e dell’acqua perché non ne troverete lungo la strada.

 

La flora del Sentiero dei Fiori

Come il nome lascia intendere, durante il tragitto incontrerete una ricca e variegata flora, un vero e proprio tripudio di fiori dalle forme e colori stravaganti.
Pensate che nell’area del Parco Naturale del Veglia sono stata classificate ben 320 specie botaniche, alcune delle quali rare, e lungo il Sentiero dei Fiori vi imbatterete in molte di esse.
Se le vostre nozioni botaniche fossero scarse come le mie vi suggerisco di munirvi di un’app che identifichi piante e fiori in modo da potervi fare un’idea delle varietà che vi circondano. Io sono riuscita a farmi un piccolo “bouquet mentale” che vi snocciolo di seguito: crisantemo alpino, astro alpino, silene, arnica montana, genziana, semprevivo, manina rosea, il giglio martagone, cerfoglio, eliantemo, fiordaliso. Il sottobosco è, invece, disseminato di meravigliose piante di rododendro e mirtilli, gli unici che riconosco facilmente!
Sono specie “rustiche” che incantano per i colori sgargianti, le forme strane e soprattutto per la loro spontaneità.
Alla prossima escursione non ricorderò nemmeno un nome, ma poco importa: ciò che conta è godersi la bellezza di queste piccole meraviglie della natura!
Ovviamente, per trovare tutta questa varietà, vi suggerisco di fare questo sentiero tra primavera e inizio estate.

 

Il Sentiero dei Fiori: dati tecnici

Luogo di partenza:  Alpe Ciamporino (raggiungibile da San Domenico a piedi o in seggiovia)
Luogo di arrivo: Alpe Veglia
Dislivello: 100 m in salita, 320 / 350 m in discesa
Lunghezza: 5,2 km fino all’Alpe Veglia (tragitto di sola andata)
Tempo: 2 ore e 30 minuti circa (facendo soste e foto)
Difficoltà: E. Ci sono alcuni tratti esposti attrezzati con catene, ma sono in piano e non pericolosi
Sentiero: F50 (contrassegno Bianco/Rosso)
Attrezzatura consigliata: scarponcini da trekking, abbigliamento da montagna e capi impermeabili in caso di pioggia

ATTENZIONE: la seggiovia è decisamente datata, le seggiole da due posti sono molto strette e rendono difficile l’utilizzo di zaini porta bambini e il trasporto dei cani.

Sentiero dei Fiori: itinerario dettagliato

 

Da San Domenico all’Alpe Ciamporino

La prima tappa del vostro trekking sarà San Domenico (alt. 1420 m s.l.m.), una piacevole e rinomata località turistica della Val Divedro. Da qui dovrete raggiungere l’Alpe Ciamporino (alt. 1936 m s.l.m.) e, per farlo, avrete due possibilità: procedere a piedi lungo un percorso di circa 4 km con un dislivello di 550m., oppure prendere la seggiovia, suddivisa in due tronconi, che vi  eviterà una bella fatica.
Io ho scelto la seggiovia che è sicuramente la soluzione più comoda e veloce.
La biglietteria si trova nel cortile di ingresso dell’Hotel La Vetta (tra l’altro un bellissimo hotel nel caso voleste soggiornare in zona qualche giorno) e il costo dei biglietti è di 13 € per la singola tratta e 18 € per l’andata e ritorno. Attraversando la strada individuerete facilmente la stazione di partenza della seggiovia che in una manciata di minuti vi condurrà all’Alpe Ciamporino.

Fate però attenzione agli orari di apertura che sono davvero risicati: la seggiovia è disponibile solo nei weekend eccetto per il mese di agosto che rimane aperta tutti i giorni.

 

Lungo il Sentiero dei Fiori

Una volta giunti alla stazione di arrivo all’Alpe Ciamporino piegate subito a sinistra attraverso i prati dove troverete la segnaletica che indica il sentiero per l’Alpe Veglia e La Balma (traccia F50 o Sentiero dei Fiori). Le tempistiche riportate sono di un’ora e 40 minuti, ma per stare in questi tempi dovrete essere ben allenati altrimenti considerate almeno un’ora in più per fare qualche pausa e foto.
Il sentiero è stretto, ma ben tracciato e non presenta alcuna difficoltà tecnica e per il primo chilometro circa si snoda praticamente in piano attraverso un bel bosco. Segue poi il tratto più pesante del percorso in cui si concentra la gran parte del dislivello (circa 190 m.): il sentiero risale sviluppandosi su dei gradoni di pietra immersi nella vegetazione (che hanno messo a dura prova le mie articolazioni) costeggiando una parete di roccia  Ci sono diversi tratti esposti attrezzati con catene, ma non presentano alcuna difficoltà.

Si arriva così al punto più alto dell’itinerario che culmina in un ampio spazio erboso ubicato ai piedi delle Torri del Veglia contraddistinto da una croce e un altare in pietra. Questo è un ottimo punto per fare una sosta godendosi la meravigliosa vista sulla parete del Monte Leone (la vetta più alta delle Alpi lepontine), sull’Alpe Ciamporino alle nostre spalle e sulle Torri del Veglia e la Punta Maror che dominano severi sopra di noi.

Si continua in lenta discesa lungo la parte più panoramica e piacevole del Sentiero dei Fiori. In lontananza si scorge la piana dell’Alpe Veglia e l’abitato di Cianciàvero e, guardando a valle, si distingue chiaramente la cappella del Groppallo sulla strada mulattiera che, partendo da Ponte Campo arriva all’Alpe Veglia costeggiando la montagna e la gola del torrente Cairasca.
Si raggiunge, infine, un’area boschiva dove il sentiero digrada con una pendenza più incisiva (circa 200 m.) tra massi, pietre e gradoni. Delle travi di legno consentono di attraversare senza pericolo il rio Frua che scorre impetuoso sfociando nella Piana del Veglia formando una bella cascata che potrete vedere al ritorno.

Lasciata la frescura del bosco si incontra La Balma, un nucleo di incantevoli baite in pietra costruite attorno a suggestivi e imponenti massi erratici che meritano qualche scatto fotografico. Camminate ancora per qualche minuto seguendo le indicazioni per la Piana del Veglia e vi ritroverete alle spalle del Rifugio CAI Città di Arona, punto di arrivo di questo trekking.

La Piana del Veglia

Giunti, dopo la lunga camminata, alla Piana del Veglia avrete diverse alternative.
La più scontata è fermarsi a mangiare in uno dei rifugi che si susseguono a pochi metri l’uno dall’altro: il CAI Città di Arona è il primo che incontra, seguito dall’Albergo Lepontino e dall’Albergo della Fonte.
Noi ci siamo fermati all’Albergo Lepontino dove ci siamo gustati un ottimo tagliere di Violino d’agnello e Blu di capra, dei filetti di trota affumicata serviti su fette di pane di segale con burro di malga e cipolle e due dolci a base di formaggio d’alpeggio davvero deliziosi.

Se, invece, preferiste continuare a camminare potrete fare una piacevole passeggiata seguendo l’itinerario ad anello che si sviluppa sull’alpe raggiungendo il Lago delle Streghe e il Lago delle Fate, oppure cimentarvi in trekking più impegnativi come quelli verso il Lago Bianco o il Lago d’Avino che spero prima o poi di poter raggiungere anche io.

 

La strada del ritorno

Per il ritorno ci sono due opzioni.

Il Sentiero dei Fiori

La prima è quella di tornare all’Alpe Ciamporino, ripercorrendo il Sentiero dei Fiori, per poi scendere fino a San Domenico con la seggiovia. È ciò che avevo programmato di fare io, ma purtroppo non me la sono sentita. Dovete infatti tenere in considerazione che se all’andata la gran parte del dislivello è negativo, al ritorno sarà positivo e quindi bello faticoso. Nulla di difficile, basta prendersela con calma, se non fosse che l’ultima corsa della seggiovia è alle 17.15  e non si può tardare. Io che non sopporto fare le cose di fretta facendomi venire l’ansia da prestazione ho preferito godermi la quiete e la bellezza dell’Alpe Veglia (e anche il pranzo) con tranquillità senza l’incubo dell’orario.

Il Sentiero di Fondovalle

E così, nonostante avessi già acquistato i biglietti A/R in seggiovia, ho optato per la seconda opzione, il cosiddetto Sentiero di Fondovalle di cui parlavo sopra che conduce fino a Ponte Campo seguendo il corso della gola scavata dal torrente Cairasca tre le montagne. È una mulattiera che corre parallela al Sentiero dei Fiori sulla parete opposta della montagna, incredibilmente panoramica, in larga parte lastricata e molto agevole anche se abbastanza ripida (se avete problemi alle articolazioni come me munitevi di tutore). Se volete maggiori informazioni sul Sentiero di Fondovalle vi rimando al mio precedente articolo sull’Alpe Veglia.
La gran parte degli escursionisti scende da questa parte facendo così un itinerario ad anello; l’unica nota negativa è che una volta giunti a Ponte Campo dovrete farvi altri due chilometri a piedi sotto il sole per tornare a San Domenico dove avete lasciato l’auto.
In teoria dovrebbe essere attivo un servizio di navetta, ma in pratica vi toccherà farvela a piedi perché il servizio è molto sporadico, tanto che per il 2022 non sono ancora stati pubblicati gli orari…


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2 Comments
  • Monica
    Inserito il 22:46h, 17 Luglio Rispondi

    Già solo per il nome, merita un giro
    @mo16anni

    • Federica
      Inserito il 09:48h, 18 Luglio Rispondi

      Ciao Monica! Sempre bello trovarti tra le pagine del blog 🙂
      Sì, è davvero un bel sentiero e una volta giunti al Veglia un vero paradiso. Rimane sempre uno dei miei posti preferito qui in Ossola!

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